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Doka sostiene EMERGENCY: un piccolo grande contributo per aiutare i bambini ugandesi

27.06.2019 | Italy
Intervista a Roberto Crestan, Coordinatore Ufficio Costruzione e Manutenzione di EMERGENCY

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Roberto Crestan ci accoglie nella sede milanese di EMERGENCY da dove coordina la costruzione e la manutenzione di tutte le strutture gestite dall’Organizzazione nel Mondo.

“La sfida che ci siamo posti come EMERGENCY è davvero quella di costruire ospedali di eccellenza (in cui le cure sono gratuite) in aree dove spesso mancano elettricità e acqua potabile; il mio primo incarico per EMERGENCY è stato quello di realizzare l’ospedale di Cardiochirurgia di Khartum in Sudan (le cardiopatie causate dalla febbre reumatica sono tra le prime cause di morte in questo Paese), con l’esigenza di avere sale operatorie mantenute costantemente a 18 °C con un livello di pulizia dell’aria vicino al 100%, in un Paese in cui la temperatura media è di 45 °C con picchi di 55 °C e tempeste di sabbia continue.

“Oggi, con il progetto dell'ospedale di chirurgia pediatrica di Entebbe stiamo facendo passi in avanti. La struttura è la seconda di una rete di centri sanitari all'avanguardia che EMERGENCY sta costruendo in Africa (il primo appunto è stato il centro di cardiochirurgia di Khartum); a questo scopo è stato firmato un accordo tra 26 Paesi africani, nel corso di un incontro a Venezia nell’isola di San Servolo, per la creazione dell’ANME, African Network for Medical Excellence (Rete Africana per l’Eccellenza Medica) per realizzare una rete di ospedali di eccellenza nei vari Paesi, ognuno specializzato in determinate branche della medicina”.

Prosegue Crestan: “il progetto di Entebbe porta la firma di Renzo Piano che è stato affiancato dal nostro partner storico per la progettazione, la TAM Associati di Dorsoduro in provincia di Venezia; l’intera progettazione (architettonica, strutturale e, cosa fondamentale per un ospedale, impiantistica) è italiana, mentre per la costruzione abbiamo utilizzato imprese locali per le strutture al grezzo, coordinate dai nostri specialisti di cantiere. Per le finiture e per tutti gli impianti abbiamo impiegato ancora imprese italiane: questo è l'unico modo per garantire che i nostri standard qualitativi siano rispettati.
La collaborazione con Doka si è soprattutto concretizzata nella donazione della fornitura di noleggio dei casseri per il getto dei muri in pisé e per quello di tutti gli elementi in calcestruzzo; Doka ci ha fornito il sistema per pareti Frami (compresa la progettazione esecutiva dei casseri), leggero, semplice da montare e quindi gestibile senza particolari problematiche in un cantiere in cui, non mi stancherò di ripeterlo, la logistica è davvero complessa.
Oltre alle fondazioni in calcestruzzo, i casseri Doka, come accennavo, si sono dimostrati perfetti per la realizzazione dei grandi muri in pisé; la tecnologia della terra compattata è infatti ampiamente utilizzata per realizzare manufatti architettonici in tutto il Mondo, ma a Entebbe avevamo l’esigenza di spingerci oltre, realizzando muri decisamente grandi da una parte e dall’altra garantendo che tali strutture non si sarebbero degradate nel tempo.
Ricordo che in sostanza che il muro è assimilabile al calcestruzzo faccia-a-vista e quindi Doka ci ha dovuto garantire con i suoi casseri anche un’ottima finitura superficiale del manufatto. Anche in questo caso abbiamo realizzato una serie di prove sul campo, in questo caso in Italia, a Maranello, dove abbiamo verificato il getto della miscela nei casseri Doka per valutarne in concreto il risultato. Risultato che ovviamente ci ha convinto e che è stato poi replicato a Entebbe (i muri ormai sono completi e tutto è andato secondo programma).

Conclude Crestan: “Il Centro di eccellenza in chirurgia pediatrica di Entebbe oggi è quasi terminato e darà speranza a tantissimi bambini di tutto il Continente; l’opera non sarebbe stata possibile senza lo spirito visionario di Gino Strada e senza il contributo di tante aziende che hanno voluto donare materiali, esperienza e tecnologia; Doka è fra queste e anche agli uomini e donne che vi lavorano (e che hanno collaborato con noi al progetto) va il mio personale ringraziamento”.
Ringraziamo Doka ed in particolare la Umdasch Foundation per aver rinnovato la speranza di un futuro migliore per moltissimi bambini ugandesi: un piccolo grande passo verso un grandissimo obiettivo.

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